Britney, il prezzo del successo

« My loneliness is killing me (and I), I must confess, I still believe...»
da Baby One More Time, brano di Britney Spears.

Una profezia, qualcuno direbbe, divenuta triste realtà. Così cantava 24 anni fa nella canzone d'esordio che l'ha lanciata e al contempo immediatamente consacrata nell'olimpo della musica pop mondiale, Britney Jean Spears, ribattezzata "the princess of pop". Una ragazza non ancora maggiorenne defraudata della propria adolescenza e gettata nel patinato mondo hollywoodiano che di lì a poco l'avrebbe risucchiata. Ma procediamo per gradi...

Classe 1981, Britney Spears alla fine degli anni '90 viene travolta da un insolito successo planetario (che tanto insolito non è, viste le sue eccelse abilità performative) a soli 17 anni divenendo così una delle più giovani artiste della scena musicale americana a vendere milioni di copie in tutto il mondo con il suo singolo d’esordio (...Baby one more time). Tuttavia, un po' per passione un po' per pressione e ambizione genitoriale, questa ragazza inizia a lavorare, tra contest canori e programmi televisivi, già all’età di 8 anni... che dire, una bambina prodigio con un destino già scritto!

Bella, carismatica, talentuosa, Britney Spears non passa inosservata né agli occhi dei Grandi della musica, come Michael Jackson e Madonna (con i quali ha anche duettato), né a quelli del pubblico che tanto la segue, la ama e si identifica, forse per il suo essere una ragazza semplice e senza alcuna pretesa.

Gli anni passano, Britney non sbaglia un colpo, è al top della sua carriera ma nel 2004 compie il primo passo falso... sposa il ballerino Kevin Federline appena conosciuto, che, a sua insaputa, di lì a poco la conduce in un vortice di negatività dal quale ad oggi sembra ancora non uscirne. Una scelta avventata, immatura a tratti, che può capire soltanto chi, come lei, ha sempre vissuto in un mondo fatto di apparenze dove l'affetto, quello vero, non esiste ma è soltanto di convenienza, un mondo fintamente felice in cui il numero sconfinato di persone che ti circonda è direttamente proporzionale al livello di solitudine al quale pian piano quello stesso mondo ti relega.
Da questo matrimonio, durato appena 3 anni, nascono 2 splendidi bambini, unica àncora di salvezza nell’inferno dantesco che la Spears ha iniziato a percorrere.

Arriviamo al 2007, il break-even point nel mondo "spearsiano".
L'anno del divorzio, della rasatura selvaggia, dell’esaurimento nervoso, della depressione, l'anno dell'accanimento mediatico (Britney Spears, Lady Diana e Michael Jackson sono le celebrità più perseguitate e tormentate dalla stampa nell’intera storia dell'infotainment mondiale) che ha buttato in prima pagina ogni singola azione della Spears accentuata con connotazione negativa, l’anno in cui è iniziato un racconto distopico senza eguali su questa ragazza dipinta come pazza, madre incapace, dipendente da droghe... un vero e proprio racconto dell'horror.

È nel 2008, però, che comincia l'incubo vestito di lustrini e paillettes. È l'anno del comeback di Britney Spears sulla scena musicale dopo le travagliate vicende degli anni precedenti: un album e un tour di successo a coprire la trama tetra e oscura che suo padre e il suo management stanno tessendo alle sue spalle. Inizia la prigionia, inizia la privazione dei diritti umani, inizia la Conservatorship.
La conservatorship è un provvedimento legale con il quale si delega a terzi qualsiasi scelta relativa alla vita privata, pubblica e finanziaria di un soggetto clinicamente dichiarato "incapace di intendere e di volere". Proprio attraverso questo escamotage giudiziario Jamie Spears, burbero ed ex alcolizzato padre della cantante, prende in mano le redini della vita della figlia con l'intento, a suo dire, di salvarle la vita.

Quella che doveva essere una tutela di massimo 2 anni è divenuta una prigionia durata ben 13 anni per la cantante statunitense, trasformata al contempo in un bancomat vivente imbottita di farmaci.

12 Novembre 2021, la liberazione. Grazie all'aiuto del movimento #FREEBRITNEY (costituito dall'immenso fanbase della cantante) e dell'avvocato Mathew Rosengart, la Conservathorship termina e Britney Spears è finalmente libera... dalla tutela ma non dai "demoni" che in questi 13 anni ha generato in lei.

Il caso "Britney Spears" è l'ennesimo flop "giustizia-celebrità" made in USA e costituisce uno dei fallimenti più eclatanti del sistema giudiziario americano nella storia contemporanea, in quanto ciò che è emerso e che ancora emerge dagli atti giudiziari e dai processi tutt'ora in corso, è a dir poco raccapricciante: corruzione, frode finanziaria, ricoveri psichiatrici forzati, violazione della privacy, privazione dei più basilari diritti umani... e potrei continuare ancora a lungo. Se poi l'incipit di tutta questa storia l'ha scritto tuo padre, il tutto diventa ancora più avvilente!

Una donna abbandonata a sé stessa (più volte ha contattato, come da sua testimonianza in aula, il giudice del tribunale, segnalando gli abusi e gli illeciti e chiedendo la sospensione della tutela), privata (ironia della sorte per una cantante) della propria voce, del proprio sentire, della propria volontà. Una donna desiderata da tanti ma amata realmente da pochi (se non si tiene conto, ovviamente, dello sterminato esercito di fans che da anni la supporta e che addirittura attraverso perseveranza e resistenza attiva sono riusciti a liberarla dandole finalmente voce), fragile diamante grezzo plasmato in un sistema corrotto e ostile, avido e cattivo.

Britney Spears, da sempre incarnazione del "sogno americano", è l'ennesima testimonianza dell'insaziabile morbosità e del gusto che il pubblico prova nel vedere un essere umano al culmine del successo, cadere, rovinarsi, arrancare a fatica per uscire dal guano, godendo nel mentre di fronte allo spettacolo dell’orrore che mass media e stampa servono in un bel confezionamento sensazionalistico come pane quotidiano.

Oggi Britney Spears è una donna libera di esprimersi, di fare e non fare, di essere sé stessa. Nonostante lo smodato controllo a cui è stata sottoposta durante tutta la sua vita, ancora oggi si fa fatica a lasciarla in pace e infatti i fan, preoccupati dai suoi bizzarri comportamenti che mostra sui canali social, diffondono nell'internet, in particolare TikTok, strane teorie cospirazioniste che vedrebbero la Spears clonata, ancora prigioniera, in pericolo di vita a causa degli Illuminati, morta e sostituita con una sosia... insomma il delirio oltre la pazzia.

È facile pensare che tutto questo sia la "naturale" conseguenza della fama... il prezzo del successo, come si suol dire. Spesso, però, si dimentica che dietro la maschera c'è una persona, magari sensibile, talvolta fragile che non merita vessazione e tortura solo perché ha deciso di esporsi con la propria Arte. Bisogna capire quale sia il confine tra l'idolatria e il fanatismo e cercare di non oltrepassare il limite... se la privacy e la discrezione è quello che chiede in quanto donna libera, non vedo perché non glielo si debba concedere.

Dopo tutto quello che ha passato e per quanto si è spesa, attraverso la sua Arte in quasi 30 anni di carriera, oggi, Britney Spears è un'ICONA senza tempo, tanto leggendaria quanto umana e terrena (proprio come sua cugina di 9° grado Marilyn Monroe, che ricorda molto sia per l'aspetto che per le vicissitudini personali), fonte inesauribile di gossip privato e pubblico, ispirazione per generazioni di giovani artisti contemporanei e futuri e per questo merita RISPETTO, non solo da chi delle sue gesta si nutre (mass media e stampa) ma anche da parte dei fans, coloro che dicono di amarla incondizionatamente, perché il confine tra apprensione e ossessione è davvero molto labile...

#FREEBRITNEY

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