Rigenerazione comunitaria: le città dei murales

St+art India in collaborazione con Asian Paints ha avviato un progetto di rigenerazione comunitaria attraverso una serie di murals in diverse città indiane.

Il progetto è iniziato con una campagna online nel 2020, domandando alle persone di “donare un muro della città” per realizzare il murale. Tra i pezzi ricevuti, St+art ha scelto in base alla loro visibilità e posizione di preminenza nei quartieri cittadini. I murales, realizzati da un melting pot culturale di artisti, raccontano delle storie, creando un legame con la gente e lo spirito del luogo attraverso un linguaggio artistico. St+art India con Asian PaintsCoimbatore Corporation, Residents Awareness Association of Coimbatore - RAAC, e Credai Coimbatore, ha lavorato alla seconda edizione dell’Ukkadam Art District nell’ottobre 2021.

dettaglio del murale "Jungle Lockdown" di ZERO Graffiti © Coimbatore, St+art India

Agli artisti indiani ed internazionali è stato chiesto di interpretare l’idea delle nostre relazioni in evoluzione con gli oggetti che ci circondano, anche alla luce della pandemia globale. In che modo gli oggetti quotidiani, artificiali, inanimati, o concettuali, interagiscono con noi, ognuno ha portato la propria interpretazione del tema nei propri murales, rendendo allo stesso tempo omaggio alle comunità locali, alla cultura, alle narrazioni, alle lotte, alle celebrazioni, all’estetica, ai volatili e alla vegetazione. Nell’ambito del progetto hanno collaborato anche organizzazioni che lavorano sul campo e la comunità locale, coinvolta in dialoghi e workshop.

I quartieri con le rispettive città sono: Lodhi ArtDistrict, Delhi; Mahim East ArtDistrict, Mumbai; Maqta ArtDistrict, Hyderabad; Panjim ArtDistrict, Goa; Kannagi ArtDistrict, Chennai; Ukkadam ArtDistrict, Coinbatore. 

DELHI, Lodhi ArtDistrict

"Jungle Lockdown" di ZERO Graffiti
La pandemia ci ha fortemente ricordato la nostra indispensabile relazione con la natura. 

"Jungle Lockdown" di ZERO Graffiti © Coimbatore, St+art India

ZERO (Pragyesh) affronta questo complesso tema nella sua composizione, dove l’arco nel centro della facciata, è sia un punto di accesso, che una divisione tra due parti della narrativa. Da una parte, una città, con un uomo che tiene in mano un germoglio, ed indossa la maschera di una volpe, ricordando gli animali confinati negli zoos, rappresentando l’isolamento e la cattività provata durante il lockdown, e il desiderio di un futuro diverso. Dall’altro lato una donna che tiene tra le mani un volatile, insieme a degli animali, una scimmia e una farfalla, specie native che con l’incremento dell’urbanizzazione erano scomparse dalla città, e che con la sospensione e la restrizione delle attività umane, stanno tornando, restaurando l’equilibrio della natura. C’è armonia, i fiori stanno sbocciando, il cielo è di nuovo blu, e l’ambiente circostante fiorisce. L’opera rappresenta la possibilità del "Giardino dell’Eden", con la natura che reclama i suoi spazi perduti, e ci insegna in materia di salute. Ci ricorda che dobbiamo perdere qualcosa, per ricostruire in maniera migliore.

The Fearless Collective © Coimbatore, St+art India

L’opera del The Fearless Collective, un collettivo che usa l’arte collettiva e partecipata come mezzo per muoversi negli spazi dalla paura verso l’amore. Un inno alla comunità dei ragpicker (straccivendoli), di Shilo Shiv Suleman in collaborazione con 10 donne membri della comunità che lavorano con Chintan - Environmental Research and Action Group. Supportato da Asian Paints and Plastics Solution Fund.

"From Craft to Contemporary" tecniche moderne usate per modernizzare le tradizionali forme d’arte.

l'artista Bhajju Shyam, mostra la tecnica utilizzata per il murale "From Craft to Contemporary" © Coimbatore, St+art India

L’opera di Bhajju Shyam è una fusione di antico e nuovo. Mantenendo intatta la storia di Gond, fonde elementi della vita moderna, imparando durante i suoi viaggi lo stile tradizionale e le tecniche artistiche. Bhajju Shyam ha creato una tecnica usando gli stencil digitalizzati della città, fondendo il suo stile moderno con le tecniche di pittura graffiti. Con questo nuovo processo ha terminato il dipinto in soli 10 giorni. Con la volpe ha voluto rappresentare l’idea della diversità e densità di persone di ogni tipo nella città, ognuna, come la volpe, intelligente. Allo stesso tempo, fa riflettere sulla rapida crescita della popolazione nella città indiana.

Bhajju Shyam, "From Craft to Contemporary" © Coimbatore, St+art India

COIMBATORE, Ukkadam ArtDistrict

Munir Bukhari è un artista di Rajkot, Gujarat, che ha dipinto diversi murales collaborando con graphic designers per riprodurre i suoi lavori in scala sui muri. Jeeva, è uno degli artisti più anziani di Coimbatore, è il presidente della Chitrakala Academy di Coimbatore. La sua carriera inizia come designer e pittore di poster cinematografici, ha lavorato come illustratore di copertine di libri, e come critico cinematografico. Durante gli anni, con le tecniche di stampa digitali, che hanno reso la pittura manuale dei posters obsoleta, ha iniziato a lavorare come artista e graphic designer.

il murale di Jeeva Nanthan e Munir Bukhari © Coimbatore, St+art India

Questo murale a Kovai (Coimbatore) reinterpreta questa tradizione in ambito contemporaneo. Realizzato in collaborazione con il maestro di murales Munir Bukhari, l’opera è un “poster” in scala murale. Il testo recita “'Coimbatore Surrounded by Forests” (Coimbatore circondata dalla Foresta), e gli elefanti enfatizzano e celebrano la foresta che circonda la città, e la vista degli animali che spesso attraversano la città stessa! Allo stesso tempo ricorda gli sforzi del governo nel combattere il bracconaggio.

Sempre a Kovai, "Yoni Mudra" di Chifumi Krohom

"Yoni Mudra" di Chifumi Krohom © Coimbatore, St+art India

Trees of Where” di Avinash Kumar del XXL Collective

Trees of Where” di Avinash Kumar del XXL Collective © Coimbatore, St+art India

Il murale fa riferimento sia allo sfondo ecologico che sociale di Coimbatore, e la rappresenta. Gli uccelli migratori sono parte integrante dell’ecosistema dei laghi di Coimbatore, e volano nel mondo abitando nidi temporanei. In un luogo che è divenuto la casa di una comunità simile, con un collettivo vissuto come temporaneo spazio in cambiamento, l’idea di casa può diventare permanente. Questi uccelli migratori rappresentano il momento in cui la comunità ha trovato la sua “casa”, che è “dove puoi riposare le tue radici”.

MUMBAI, Mahim East ArtDistrict

Il murale realizzato dall’artista di Pune Afzan Pirzade

Avinash Kumar all’opera mentre crea un surreale portale © Coimbatore, St+art India

Mumbai non è solo una città metropolitana casa di 20 milioni di abitanti, ma anche un luogo ricco in biodiversità. La giungle di grattacieli che viene in mente nell’immaginario collettivo pensando a Mumbai, coesiste con un immenso patrimonio naturale, che è necessario conoscere e proteggere. Il murale presso il Worli Dairy, è un’ode a questo patrimonio, alla flora e alla fauna come parti basilari del panorama della città. Dipinto da Afzan Pirzade, ci ricorda dell’ecosistema di Mumbai, da preservare all’interno della modernità della città.

CHENNAI, Kannagi ArtDistrict

"Protectors and Providers", il murale di Osheen Siva 

"Protectors and Providers", Osheen Siva © Coimbatore, St+art India

L'opera è un omaggio al ruolo duale che giocano le donne, nella società e come protettrici della casa. La donna rappresentata indossa il tradizionale abito sari, e tiene nelle mani una sfera cristallina di acqua, che contiene l’intero universo. In alto la parola “Protettrici”, e in basso “Fornitrici” scritte in Tamil. Ci sono influenze delle tradizioni dei locali pescatori, i pattern “Kolam” sono raffigurati come tatuaggi della protagonista, la Olive Ridley Turtle ispira gli orecchini.

Il terzo pezzo completato a Chennai è "Sisters" di A-kill.

"Sisters" di A-kill © Coimbatore, St+art India

Correre in giro come un pollo senza testa

karthss SS 108! © Coimbatore, St+art India

Il murale di karthss SS 108 è un’opera satirica nei confronti del fenomeno dell’Intelligenza Artificiale, che sembra essere entrata in varie parti della nostra vita, riflettendo sul concetto di "autopilota" (pilota automatico). Nella frase "running around like a headless chicken" (lett. correre in giro come un pollo senza testa), SS ha rappresentato un uomo cavalcato e pilotato da un pollo, che gli siede sulla testa. Mentre le nostre vite diventano più frenetiche, siamo spesso forzati ad agire non consciamente, e questa opera d’arte critica questa frenesia usando la satira.

L’opera "Senza titolo" di linesfrombeyond

linesfrombeyond ©Coimbatore, St+art India

Nei caratteri Tamil "Om" come riflesso di qualità meditative della musica. Un suono sacro e un simbolo spirituale in diverse religioni indiane, le sillabe sono cantate come mantra. Anche l’opera è stata realizzata con un approccio meditativo, tra gli elementi. Il rosa evoca un senso di movimento, come sperimentato nella meditazione e durante l’ascolto della musica.

Altro Lab di artisti residenti a Chennai, ispirato dai panorami offerti dalla città, in particolare dallo spirito della comunità di Kannagi Nagar. L’illustratore di Mumbai Sanskar Sawant per il Kannagi Art District, con un murale, composto da diversi elementi, che sono subito evocativi della città. Il titolo "Maalai" significa "pomeriggio", dedicato alla città, ai suoi abitanti, e ai meravigliosi cieli e diversi aspetti che rendono Chennai unica. 

"Maalai" di Sanskar Sawant © Coimbatore, St+art India

Sanskar Sawant ha subito notato nella città, molti poster socio-politici, portatori di messaggi diversi. I muri raccontavano varie storie contemporaneamente. Ispirato da questo, nella sua opera d’arte ci sono diversi layer ed elementi, come un collage: dal riferimento alla "Goli Soda", tipica bevanda locale, ai motivi e patterns di abiti indossati dalle donne, al gioco Pachisi.

Kūtu "Nido", riflesso dell’idea di "casa", dedicato alle persone di Kannagi Nagar. 

Kūtu “Nido” di Ben Johnston © Coimbatore, St+art India

Ben Johnston ha lavorato con l’artista e tipografa di Chennai Shiva Nallaperumal, e November, che hanno profonda conoscenza della lingua e specializzati in tipografia vernacolare. Insieme hanno scelto la parola che meglio rapresentasse l’idea di sicurezza, comfort, e spazio in risonanza con le persone. Con particolare cura, da lontano si può leggere ‘Kūtu’, grazie alle ombre particolari, che rendono l’effetto 3D.

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