Identità, culture e genere: la dea della resistenza

Dall’indagine psichedelica di Pipilotti Rist ai "Bambini dalla testa di fiore" di Jaishri Abichandani al Craft Contemporary, fino all’8 maggio.

Questa indagine di metà carriera dedicata all’artista e curatrice indiana con sede a Brooklyn Jaishri Abichandani, include una costellazione di sculture multimediali in cui l’artista si appropria dell’arte devozionale indù e prevedica, per raccontare storie moderne legate all’identità culturale e alle politiche di genere. Opere come End Game, che mostra uno spirito minaccioso che emerge dal grembo di una dea, fondono motivi popolari e vernacolari, animando effigi intrise di temi sia autobiografici che mitologici. Nella sua pratica, Abichandani sfida la natura spesso erotizzata di questi oggetti numinosi e il loro simbolismo tradizionale.

Alla fine degli anni ‘90 ha fondato il South Asian Women's Creative Collective, un’organizzazione che sostiene le donne, le artiste transgender, queer, e non conformi alle classificazioni di genere, che creano opere incentrate sull’attivismo sociale. La mostra è stata curata da Anuradha Vikram Anuradha Vikram, il cui libro Decolonising Culture: Essay on the Intersection of Art and Politics (2017) raccoglie scritti che trattano di questioni di razza e genere nel mondo dell’arte contemporanea. 



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