Il "brain damage" collettivo contro Roger Waters

Roger Waters, 79 anni suonati, cofondatore dei Pink Floyd con una fulgida carriera musicale costellata di successi. Ma Waters non è solo il cantante/musicista che sta nel suo come si suol dire, ovvero non si limita ad essere burattino nelle mani delle major lavorando a testa china senza se e senza ma. Da sempre considerato personaggio scomodo perché incorruttibile, Waters si è sempre distinto per esprimere liberamente le proprie idee, noncurante delle critiche che certe sue esternazioni, politicamente scorrette, avrebbero attirato.

Roger Waters, foto di Kate Izor

In procinto di partire con le date europee del suo tour "Roger Waters This Is Not A Drill Tour" che toccherà diversi stati, tra cui Italia e Germania, Roger Waters è balzato alle cronache per delle polemiche nate proprio in concomitanza del suo arrivo in terra tedesca. È notizia di qualche mese fa, infatti, che la città di Francoforte abbia annullato il concerto dell'ex Pink Floyd previsto per il prossimo 28 maggio. Per quale motivo? La sua dura posizione verso Israele e le sue recenti dichiarazioni in merito al conflitto in Ucraina. Definito come « l'antisemita più conosciuto al mondo », Roger Waters ultimamente durante il "Consiglio di Sicurezza dell'ONU" si è detto estremamente contrario alla guerra in Ucraina, condannando non solo l'invasione, ma anche chi l'ha provocata.

This Is Now A Drill Promotional Poster

Posizioni, quelle di Roger Waters, estremamente scomode ai più e troppo poco populiste e collettivamente riconosciute per non lasciare il segno in negativo ed avere ripercussioni manifestate in forma di boicottaggio. Tuttavia esiste quel famoso diritto di cui tutti possono e devono avvalersi... la "libertà di espressione", che dovrebbe (l'uso del condizionale è voluto) essere rispettato e mai usato come strumento di ostracizzazione verso chi quel pensiero e quella parola, sebbene opposto a quello della maggioranza, tenta di esprimerlo o proferirlo. È risaputo... la pratica spesso non segue la teoria ma nonostante ciò Waters non si lascia scoraggiare e non solo prosegue dritto per le sue convinzioni ma addirittura passa al contrattacco intraprendendo azioni legali contro il metodo incostituzionale (e privo di giustifica) che gli è stato rivolto con la cancellazione del suo tour a Francoforte, chiaro tentativo di imbavagliarlo assoggettandolo al "pensiero unico", e contro la falsa accusa che lo vede, per l'ennesima volta e dopo le innumerevoli smentite, "antisemita".

« [...] il signor Waters crede che se questo palese tentativo di metterlo a tacere non viene contestato, potrebbe avere conseguenze serie e di vasta portata per artisti e attivisti di tutto il mondo. [...] »

Queste le parole che racchiudono il senso della difesa di Roger Waters, espresse in un comunicato ufficiale diramato da Mark Fenwick Management, agenzia londinese che fa da portavoce al cantante.

Una reazione piuttosto comprensibile, conseguenza di un attacco che va ad intaccare branche più ampie del singolo soggetto (come quello in questione) che della libertà di espressione sia in termini generali che del dissenso ne hanno fatto motivo di vita, ovvero la comunità attivista ed artistica. Quella di Francoforte sembra una presa di posizione aprioristica e totalmente priva di fondamenta, in quanto Waters più volte nel corso degli anni ha ben chiarito le sue posizioni, costantemente poi ridotte ai minimi termini ed accostate a similitudini concettuali dai contorni fumosi e antitetici.

L'antisionismo del cantante britannico è spesso stato confuso con l'antisemitismo, in un errore di approssimazione grave, superficiale e lesivo dell'immagine del soggetto. Ma a che pro?

Andare contro la politica israeliana, definita più volte da Roger Waters radicale e paragonabile al nazismo e all'apartheid sudafricano non significa andare contro la popolazione ebraica.

« Gli israeliani stanno commettendo un genocidio. Proprio come ha fatto la Gran Bretagna durante il nostro periodo coloniale, tra l'altro. A mio avviso, Israele ha il diritto di esistere fino a che è una vera democrazia. Fino a che nessun gruppo, religioso o etnico, gode di più diritti di qualsiasi altro. Ma sfortunatamente questo è esattamente ciò che sta accadendo in Israele e in Palestina. »
Dichiarazioni di Roger Waters al quotidiano tedesco Berliner Zeitung

Allo stesso modo, circa la guerra in Ucraina, Roger Waters ha espresso la propria opinione accusando Zelensky di "nazionalismo estremo" e ritenendo addirittura l'Ucraina la causa dell'invasione russa che ha dato l'incipit al conflitto. Opinione non troppo condivisa e per questo bollata come delirio terrorista tendente alla delinquenza.

Non che questo atteggiamento categorico adottato dall'Ucraina stupisca! Impossibile dimenticare la lista nera dei nemici di Kiev (nella quale è presente lo stesso Waters) stilata dal sito web ucraino Myrotvórets che classifica come "criminali" e "terroristi" tutti coloro che non si schierano apertamente a favore della causa di Kiev nella guerra contro la Russia, criticando la condotta dell'amministrazione ucraina.

Assange Defense / Roger Waters, "This Is Not A Drill" tour 2022

Si parla tanto di libertà di espressione, la stessa rivendicata da Roger Waters (e sulla quale cerca di sensibilizzare le folle anche attraverso banchetti informativi, come quello dedicato ad Assange durante il suo ultimo tour in giro per il mondo), negando, di fatto, l'esistenza di un pensiero unico. Siamo nel 2023, lontani anni luce dai regimi totalitari e intellettualmente castranti come il fascismo e il nazismo. Ci vantiamo della libertà conquistata e dello sganciamento da politiche economiche come fonti di conflitto, tuttavia i fatti che quotidianamente accadono smentiscono qualsiasi bella favola che puntualmente ci viene propinata con estrema convinzione, quasi come se a parlarne in continuazione, alla fine, per ipnosi, la gente ci creda davvero...

Ma la domanda che mi pongo è: siamo realmente così liberi come vogliono farci credere?

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