L'artivismo nella letteratura mondiale del XXI secolo #7

In un'epoca in cui l'arte politica e l'attivismo creativo si fondono senza soluzione di continuità, il termine "artivismo" si diffonde tra le pagine della saggistica contemporanea, lasciando un'impronta indelebile nella letteratura mondiale del nostro tempo.

Nel sesto articolo di questa rubrica bibliografica, dedicata alle occorrenze del termine "artivismo" nella produzione letteraria mondiale del XXI secolo, abbiamo presentato "Networking - La rete come arte" (2006) di Tatiana Bazzichelli, una lettura imprescindibile per chiunque sia interessato a comprendere il ruolo dell'arte nella creazione di reti di relazioni tra persone attive negli ambienti underground in Italia.

Proseguiamo dunque la nostra esplorazione cronistorica dell'artivismo. Il libro della settimana è...

Il libro ribelle della settimana: Artivismo

Artivismo tecnologico. Scritti e interviste su arte, politica, teatro e tecnologie

« Le opinioni che esprimo rispetto alle arti, il video, il teatro, le tecnologie e il loro ruolo politico nascono da esperienze concrete e vogliono essere uno stimolo per fare proprie esperienze, sviluppare altri pensieri e altre pratiche. La separazione in tre sezioni è stata fatta per facilitare la lettura, ma si vedrà che ci sono temi e pensieri che le attraversano riunendole sotto le costanti dell'attivismo artistico e dell'uso delle tecnologie elettroniche; per questo il titolo "artivismo tecnologico". Del termine "artivismo" devo ringraziare Tatiana Bazzichelli, da lei l'ho sentito usare per la prima volta. Aveva incluso la mia attività nella sezione "Artivism" della sua mostra "AHA" che comprendeva anche le sezioni "Hacking" e "Activism". »
, Artivismo tecnologico scritti e interviste su arte, politica, teatro e tecnologie, BFS Edizioni, , (p. 17).

"Artivismo tecnologico" di Giacomo Verde rappresenta un'interessante raccolta di interviste e scritti che mettono in luce l'importanza di un uso etico e politico delle tecnologie nell'arte contemporanea.

Il testo, suddiviso in tre sezioni - ARTI, VIDEO, TEATRO - è complessivamente una riflessione sulla natura tecnologica dell'essere umano e sulla necessità di un giusto controllo dei mezzi tecnologici per evitare che diventino un problema anziché una risorsa. L'autore affronta l’utilizzo creativo della tecnologia "povera" da un punto di vista cyberpunk, così come la responsabilità politica degli artisti e della necessità di una demistificazione della tecnologia per favorire un uso consapevole e critico degli strumenti digitali.

Il libro presenta diverse esperienze artistiche, dalla netstrike alla no-cens, dal tele-racconto alla minimal tv, dal video attivismo al V-jing teatrale, dimostrando come la tecnologia possa essere utilizzata per creare nuove forme di espressione artistica.

Inoltre, il libro contiene un estratto dell'intervista "Artivism: quando l'arte diventa consapevole" di Tatiana Bazzichelli. In questa intervista, Tatiana Bazzichelli ha l'opportunità di approfondire le tematiche dell'arte digitale e dell'etica hacker con 0100101110101101.ORG, Jaromil e Giacomo Verde.

In particolare, Verde evidenzia l'importanza dell'accessibilità e della riproducibilità nell'uso delle tecnologie teatrali, mentre la non-originalità assume un ruolo meno rilevante in quanto ogni performance è legata all'originalità del performer.

Verde spiega inoltre che l'etica hacker, in termini di trasparenza dell'utilizzo delle tecnologie, implica una relazione antiautoritaria e orizzontale sia con i visitatori che con i collaboratori delle attività artistiche. In aggiunta, l'intervista delinea le licenze GNU e il copyleft, evidenziando come quest'ultimo non sia in grado di cambiare da solo la dinamica economica del mondo dell'arte, ma che l'espansione delle pratiche artistiche fuori dal sistema tradizionale potrebbe sottrarre pubblico a quest'ultimo.

La conversazione prosegue con una riflessione sulle diverse pratiche di resistenza mediatica - Computer deconstructing, Culture jamming, Media hacking e Cyber squatting - che mirano a smascherare i retroscena di una cultura della rappresentazione. In merito a queste pratiche hacktiviste, Verde afferma che le opere più efficaci sono quelle che sorgono per rispondere alle esigenze che i mezzi di comunicazione ufficiali non riescono a soddisfare.

In conclusione, questo libro permette di comprendere come riflettere sperimentando ludicamente sulle mutazioni tecno-antropo-logiche in atto e creare connessioni tra i diversi generi artistici: videoarte, tecno-performances, arte interattiva e net-art.


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