La sovranità territoriale nell'arte politica indigena

L'incompatibilità tra i valori capitalisti e il concetto di economia nel suo significato originario è sempre più evidente. E a causa delle imposizioni del capitalismo, l'incessante proliferazione del consumismo costituisce una crescente minaccia per le relazioni tra individui e territorio. In questo scenario di controllo relazionale, l'arte, nelle sue manifestazioni rivoluzionarie, potrebbe rivelarsi un potente strumento di sensibilizzazione per il ripristino delle sovranità.

Il margine della casa

Esplorando il legame indissolubile tra economia, cultura e identità, la mostra "The House Edge" si configura come uno spazio di espressione artistica socialmente impegnata. Gli artisti in mostra si immergono nelle sfumature intricate della sovranità indigena, offrendo al pubblico una prospettiva unica, una visione affascinante di come tali idee siano contestate e ridefinite attraverso le molteplici pratiche indigene. Insieme, le opere multidisciplinari presentate in "The House Edge" facilitano importanti dialoghi sulla ricchezza, il potere e il ruolo dell'arte contemporanea nella mediazione del valore.

The Posse © Jim Denomie | Bockley Gallery

Il titolo stesso, The House Edge (il margine della casa: vantaggio delle probabilità di vincita), suggerisce diverse interpretazioni: un luogo di appartenenza, un palazzo governativo o un riferimento al gioco d'azzardo, dove "casa" è comunemente intesa come il mazziere o il casinò.

Fin dai primi trattati con gli Stati Uniti, le nazioni dei nativi americani hanno difeso e rivendicato la loro sovranità territoriale. Negli anni '70, questa autodeterminazione è stata messa alla prova in tribunale da un caso legato alle scommesse ad alto rischio, stabilendo così un importante precedente legale. Il Congresso ha infine approvato l'Indian Gaming Regulatory Act (IGRA) federale nel 1988, creando un quadro giuridico per la supervisione di un'industria che oggi vale miliardi di dollari. L'IGRA ha effetti enormi, sia dal punto di vista economico che simbolico. Le nazioni dei nativi americani che gestiscono il gioco d'azzardo - e che rappresentano meno della metà delle nazioni native riconosciute a livello federale - possono utilizzare la ricchezza generata dai casinò per fornire servizi essenziali come alloggio, istruzione, assistenza medica e infrastrutture, compensando così decenni di sottodimensionamento e ritardi nell'aiuto promesso dal governo degli Stati Uniti. Inoltre, i profitti contribuiscono a sostenere l'arte, la cultura e l'acquisto di terre, consentendo alle nazioni native di perseguire un cammino verso la revitalizzazione linguistica e l'autonomia economica. Tuttavia, l'IGRA comporta un cambiamento nelle giurisdizioni tra poteri statali e federali, costringendo le nazioni dei nativi a negoziare accordi con gli Stati per gestire le attività di gioco.

Ciò mette in luce la sfida derivante dall'incompatibilità tra i valori capitalisti di accumulo individuale e le economie indigene basate su principi di reciprocità e interdipendenza.

La mostra "The House Edge", a cura di Caitlin Chaisson, si terrà dal 28 settembre 2023 al 13 gennaio 2024 presso The 8th Floor della Shelley & Donald Rubin Foundation. Tra gli artisti in mostra ci sono David Bradley, Jim Denomie, Joe Feddersen, Harry Fonseca, G. Peter Jemison, Chaz John, Matthew Kirk, Terran Last Gun, Rachel Martin, Kimowan Metchewais, Nora Naranjo-Morse, Jaune Quick-to-See Smith, Duane Slick, Bently Spang, Hulleah J. Tsinhnahjinnie e Nico Williams.

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