Artivismo in forme plastiche: uno spazio di dissenso

L'artivismo sta diventando ogni giorno più rilevante e, a differenza del sistema capitalista, riconosce l'impegno degli attivisti creativi e degli artisti socialmente consapevoli.

L'artivismo è contro-egemonico e assume molteplici forme plastiche, collettive e umanitarie. L'arte racconta sempre una storia o molte storie e si anima in relazione allo spettatore; la questione è come e perché raccontiamo questa storia. È veramente incantevole, seducente e potente quando un artista riesce a sorprenderci a tal punto da costringerci quasi a rompere i nostri schemi e osservare tale storia da un punto di vista completamente nuovo. La lotta continua per una società più equa può essere dunque effettuata con l'artivismo, incoraggiando la partecipazione sociale nel mondo dell'arte, sensibilizzando l'individuo, solo e isolato in una società non-sociale, attraverso proposte plastiche cariche di ribellione non-violenta.

Questo è ciò che vediamo nell'opera di Avelino Sala, caratterizzata da una continua esplorazione dell'immaginario collettivo, l'artista mette in discussione la realtà culturale e sociale da una prospettiva tardo romantica.

Uno spazio sperimentale di dissenso e confronto - Avelino Sala

Avelino Sala è un artista, curatore e redattore delle riviste Sublime, Artishock e Desk. Nato a Gijón, vive e lavora a Barcellona. Il suo lavoro cerca di verificare il potere dell'arte come spazio sperimentale capace di creare nuovi mondi. Nel 2010 è stato borsista dell'Accademia Reale di Spagna a Roma e al centro d'arte Le Lait di Albi in Francia. Il suo lavoro è stato presentato in varie mostre internazionali, tra le ultime: (2013 S.O.S) Es Baluard, Palma de Mallorca, (An Essay on culture 2013), NCCA, Mosca, (Distopia:right now) 2012 Museo del marmo di Carrara, (Funeral Pyre 2012) Matadero, Madrid, (Cacotopia 2011), First Screen, La Pedrera (AUTRUI 2011) Centre Dart Le Lait Grahulet, Francia, (Block House 2011), (Galeria Raquel Ponce, ARTIUM (stop! 2010), Accademia Reale di Spagna a Roma, (Patria o Morte! 2010), Virgil de Voldere gallery, New York, (hostile 2009), National Museum of art Sofia (International Reencontres, 2009), Queen X Bienal de la Habana, (Comunicacionismos, 2009), A Foundation, Londra (Off the Street, 2009), Insert Coin, Spanish Young Art, October Contemporary, Hong Kong 2009) o Tina B Biennale Prague, (Small Revolutions 2008) o The Promised Land (Chelsea Art Museum, 2008). Generazione 2003 dal premio CajaMadrid, sponsorizzato tra gli altri da Hangar e Bilbao arte. 

senza titolo, Riproduzione di un teschio in resina di poliestere, vernice bianca e piume d'anatra stampate 2017 © Avelino Sala 

Il lavoro di Avelino Sala si insedia nel contesto sociale della crisi promossa dal tardo capitalismo, dove l'umanità vaga alla ricerca di un equilibrio, di una qualsiasi risposta che possa dare senso all'attuale situazione globale. Le sue opere sono manifestazioni di resistenza che, ironicamente, stabiliscono come si possa adottare una posizione critica di interrogazione e opposizione alla realtà a partire dall'arte visiva e dal suo sistema di pensiero. Avelino Sala in Mirror Stage si appella alla concezione lacaniana dell'io presentando due immagini stampate su piume che si fronteggiano. Sono immagini reali di disastri attuali che affrontano immagini estratte dalle incisioni di Goya. In questo caso, il contesto colombiano e i relativi problemi, passati e presenti, si concentrano in uno spazio sperimentale di dissenso e confronto visivo,  in bilico tra identità e conflitto, per arrivare a comprendere il mondo locale come una grande riflessione senza tempo. Del resto, Goya già ritraeva il mondo ai suoi tempi; e questo ritratto globale, realizzato prima della globalizzazione, non è mai stato così vigoroso. L'esercizio del "glocale" - tra il locale e il globale - mette in evidenza le società in conflitto per la terra, la ricchezza e il confine, rivelando similitudini in tutti i territori.

dalla serie Mirror Stage, stampa su piuma, 2021 © Avelino Sala

Il progetto della biblioteca sovversiva femminista non scritta di Avelino Sala, è legato sia alla scultura che alla resistenza e fa parte di un progetto più ampio chiamato "Libros para una historia no escrita" (lett. Libri per una storia non scritta). Attraverso l'uso dei libri, di un oggetto che è un trasmettitore di conoscenza, si cambia il fine e si lavora con essi in modo oggettivo. In altre parole, il libro perde la sua funzione originale, ma allo stesso tempo ne guadagna un'altra. Il titolo di ogni libro è inciso sulla copertina ed è tratto dagli striscioni delle manifestazioni per la Giornata internazionale della donna (abbreviata in 8M). L'oggetto trasmettitore di conoscenza, è dipinto in diversi pantoni viola con un gradiente che funziona come un monocromo e che diventa una scultura rappresentante della lotta delle donne per la parità. La serie 8M recupera gli slogan delle manifestazioni dell'8 marzo in tutto il mondo per proporre nuovi romanzi, libri ancora da scrivere, in un momento in cui i cambiamenti sono in atto, ma anche in un momento in cui è necessario dare visibilità alle rivendicazioni delle donne in uno spazio sperimentale dell'Arte, un luogo dove la libertà e la capacità di comunicare esistono ancora.

Unwritten feminist subversive library, libri incisi al laser e laccati a mano, 2021 © Avelino Sala

Le relazioni tra ribellione e poesia, elementi tipici della ricerca dell'artista, segnano il progetto Alejandra Pizarnik che parte da uno dei suoi aspetti più chiari, riconoscibili e diretti. Abituato a lavorare con messaggi formalizzati in neon, Avelino Sala presenta qui un verso della poetessa Alejandra Pizarnik, estratto dalla poesia Albero di Diana del 1962:
uno sguardo dai bassifondi
può essere una visione del mondo
la ribellione consiste nel guardare una rosa
fino a polverizzarsi gli occhi 
(una mirada desde la cuneta / puede ser una mirada al mundo / la rebelión consiste en mirar una rosa / hasta pulverizar los ojos) Árbol de Diana, Alejandra Pizarnik
Avelino Sala usa questo verso dalla prospettiva del capitalismo feroce, dall'idea che forse l'apatia o l'inattività è il più intenso dei modi di ribellarsi. In questi pezzi al neon che mescolano il poetico con il politico, Avelino Sala trasforma i testi di altri in sculture di luce per formare un corpo di lavoro esteticamente ed eticamente ben definito.

Alejandra Pizarnik, neon su metracrilato, 2021/2022 © Avelino Sala

Le opere di Avelino Sala sono parte della mostra collettiva "ARTivism" in collaborazione con RoFa Projects (USA) e Pabellón 4 (Argentina) nell'ambito del programma di Art Focus Latin America, la prima associazione di gallerie d'arte delle Americhe, che riunisce il lavoro dei suoi artisti rappresentati: Cesar MartínezPriscilla MongeSilvia LevensonEugenio Merino, Avelino Sala, Davis Birks, Natalia Revilla, Ana De Orbegoso, Angel Poyón, Claudia Rodríguez, Alejandro Thorton, Selma Guisande e Pierre Valls.

La mostra sarà aperta al pubblico dall'8 aprile al 28 maggio 2022 nella sede principale della galleria Quetzalli.

Letteratura consigliata
  • Naturalezas muertas
    di Avelino Sala, Ana García Alarcón, Blanca de la Torre, Semíramis González e Sue Spaid

    Naturalezas muertas prende l'ambiente naturale come punto di partenza da una posizione critica in un momento chiave. Stiamo assistendo a una crisi climatica in cui il problema ambientale è indiscutibile e ha persino cominciato a travolgerci. Siamo testimoni della fine del pianeta come lo conosciamo oggi e il modo in cui ci comportiamo sarà fondamentale per cercare di fermare quello che sta succedendo, anche se siamo a un punto di non ritorno.

    Avelino Sala presenta una serie di opere che propongono una revisione del nostro rapporto con l'ambiente naturale. In questo senso, rivede la capacità dell'arte di generare dialoghi con questi problemi e ci invita a riflettere su queste questioni, che rimangono latenti e visibili anche se a volte sembrano invisibili.  Continua a leggere
  • The Turns Of The Global
    di Anna María Guasch

    Quando parliamo di "svolte" geografiche, ecologiche, etnografiche, storiche, documentarie e cosmopolite in relazione al lavoro dei professionisti dell'arte contemporanea, cosa intendiamo esattamente? Stiamo parlando di una "strategia di lettura"? Di un modello interpretativo, come sarebbe derivato dalla svolta linguistica degli anni '70, o piuttosto di una struttura stratigrafica che potrebbe essere letta attraverso molteplici pratiche culturali? Vogliamo leggere un sistema per mezzo di un altro sistema, in modo che l'uno nutra l'altro in modo che possa aprirci ad altre forme di essere? O si tratta piuttosto di un movimento generativo in cui un nuovo orizzonte emerge nel processo, lasciandosi alle spalle la pratica che era il suo punto di partenza? La ricorrenza di "turn" al posto di "stile", "-ismo", o "tendenza" risponderebbe in definitiva a una chiara urgenza del mondo globale contemporaneo: un movimento caratterizzato dal pluralismo estetico, dalla simultaneità di vari modi operandi, e da una grande molteplicità di linguaggi che cambiano costantemente stato pur avendo molte caratteristiche in comune. E "girare" permetterebbe anche all'interno dello spazio del contemporaneo - del qui e ora -, una grande diversità di storie da tutto il mondo che dovrebbero essere affrontate simultaneamente in uno sguardo intellettuale continuo e disgiuntivo, essenziale per comprendere il presente nel suo insieme.  Continua a leggere
  • Industrial Heritage and Regional Identities
    a cura di Christian Wicke

    Patrimonio industriale e identità regionali è un volume della collana Routledge Cultural Heritage and Tourism

    Il patrimonio non è ciò che vediamo di fronte a noi, ma ciò che ne facciamo nella nostra testa. I siti del patrimonio sono stati collegati a una serie di progetti identitari, sia spaziali che non spaziali. Uno dei legami più comuni con il patrimonio è stata l'identità nazionale. Questo libro sottolinea che il patrimonio ha sviluppato potenti legami con le identità regionali e locali. I contributori si occupano esplicitamente delle regioni dell'industria pesante in diverse parti del mondo, esplorando forme non spaziali di identità: incluse le identità di classe, religiose, etniche, razziali, di genere e culturali.

    In molti siti del patrimonio, le forme di identità non spaziali sono interconnesse con quelle spaziali. L'azione della società civile è stata importante nelle rappresentazioni delle identità regionali e nelle campagne per il patrimonio industriale. Il region-branding sembra determinare il successo finale del patrimonio industriale, un processo che è strettamente connesso al marketing delle regioni per fornire un futuro economico sostenibile e attrarre il turismo nella regione. Gli studi di casi selezionati sulle regioni produttrici di carbone e acciaio in questo libro forniscono la prima indagine globale su come le regioni dell'industria pesante trattano il loro patrimonio industriale, e cosa significa per l'identità regionale e il region-branding.

    Patrimonio industriale e identità regionali trae una serie di conclusioni importanti sulla dipendenza dal percorso di particolari forme di identità regionale post-industriale nelle ex regioni dell'industria pesante. Mette in evidenza sia i punti in comune che le differenze nelle strategie impiegate rispetto al patrimonio industriale delle regioni. Questo libro si rivolge a docenti, studenti e studiosi nel campo della gestione del patrimonio, degli studi industriali e della geografia culturale. Continua a leggere

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